Se cominciassimo a coinvolgere i pazienti sulle nostre incertezze?
L’ostinata ricerca della certezza è uno dei principali meccanismi che inducono sovraprescrizione (overprescription) nella speranza di scongiurare qualche malattia. Molti autori sostengono che i medici tendono a fornire informazioni assertive, creando profondo disagio nel paziente che sentirà una o più opinioni differenti, altrettanto ‘certe’. In due articoli pubblicati questa settimana sul British Medical Journal gli autori ribadiscono il concetto: “l’ammissione di incertezza costituisce il punto di partenza per una conversazione più aperta tra paziente e medico. Se il medico esplicita i limiti della conoscenza, può favorire una maggiore fiducia e probabilmente una maggiore collaborazione per affrontare al meglio i problemi di quel singolo paziente” . E se cominciassimo a spiegare ai pazienti che in medicina non ci sono certezze e ci dobbiamo accontentare di offrire loro soluzioni che, nella migliore delle ipotesi, hanno maggiori probabilità di successo? Presumibilmente sarebbero più disponibili ad affrontare i possibili insuccessi.
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